Frase del mese

FRASE DEL MESE

"Sono fiero dei miei collaboratori, che hanno creato un bando complesso, rigoroso, fatto in modo scientifico" (Mario Turetta, direttore della Reggia di Venaria), infatti taglia del 40% i servizi e non da garanzie chiare su contratti e assunzioni...

martedì 16 agosto 2011

E sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re!

Forse qualcuno conoscerà questa canzone irriverente, scanzonata e divertente di Enzo Janacci, cantata in coppia con altri illustri autori e cantautori della nostra recente storia popolare, come Gaber, Fo, Celentano, ecc...
Una canzone che fa il verso alle canzonacce goliardiche medievali, ma sarebbe da ingenui credere che essa sia solamente un esercizio di stile. E' una canzone contro l'egoismo della società, in particolare di quella italiana degli anni Sessanta (periodo in cui è nata la canzone), ma perfettamente calzante per la società italiana dei nostri giorni. Un re, un vescovo e un ricco, benchè oltremodo potenti e ricchi, si lamentano, ma quando il villano si vede portar via tutto (perfino la moglie!) cosa deve fare il villano? Ma è logico! Deve sghignazzare! perchè il suo piangere può intristire re, vescovo e ricco, i fulcri su cui gira il mondo! Ma a ben vedere, forse, il villano se la ride non tanto per far piacere ai ricchi, ma forse perchè si rende conto e si consola vedendo che il ricco, nel perdere cose più futili, sia più triste di lui...!




TESTO:

Dai dai, conta su...ah be, sì be....
- Ho visto un re.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un re!
- Ah, beh; si`, beh.
- Un re che piangeva seduto sulla sella
piangeva tante lacrime, ma tante che
bagnava anche il cavallo!
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; si`, beh.
- è l'imperatore che gli ha portato via
un bel castello...
- Ohi che baloss!
- ...di trentadue che lui ne ha.
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; sì, beh.
- Ho visto un vesc...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un vescovo!
- Ah, beh; si`, beh.
- Anche lui, lui, piangeva, faceva
un gran baccano, mordeva anche una mano.
- La mano di chi?
- La mano del sacrestano!
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; si`, beh.
- e` il cardinale che gli ha portato via
un'abbazia...
- Oh poer crist!
- ...di trentadue che lui ce ne ha.
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; si`, beh.
- Ho visto un ric...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un ricco! Un sciur!
- S'...Ah, beh; si`, beh.
- Il tapino lacrimava su un calice di vino
ed ogni go, ed ogni goccia andava...
- Deren't al vin?
- Si`, che tutto l'annacquava!
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; si`, beh.
- Il vescovo, il re, l'imperatore
l'han mezzo rovinato
gli han portato via
tre case e un caseggiato
di trentadue che lui ce ne ha.
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; si`, beh.
- Ho vist un villan.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Un contadino!
- Ah, beh; si`, beh.
- Il vescovo, il re, il ricco, l'imperatore,
persino il cardinale, l'han mezzo rovinato
gli han portato via:
la casa
il cascinale
la mucca
il violino
la scatola di kaki
la radio a transistor
i dischi di Little Tony
la moglie!
- E po`, cus'e`?
- Un figlio militare
gli hanno ammazzato anche il maiale...
- Pover purscel!
- Nel senso del maiale...
- Ah, beh; si`, beh.
- Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
- Ma sa l'e`, matt?
- No!
- Il fatto e` che noi villan...
Noi villan...
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!

domenica 14 agosto 2011

Infine... ECCOCI!

Ebbene sì, con la giornata di domani, molto significativa per le ultime vicende vissute, il blog si rende finalmente pubblico al pubblico con un volantino distribuito ai diversi colleghi e a chiunque abbia desiderio e curiosità di leggere qualcosina qui sopra.


Il volantino è quello che trovate qui sopra... se anche tu hai voglia di sponsorizzare il blog, cosa aspetti?

C'è burrasca? allora... REGGIAMOCI FORTE!!!

venerdì 5 agosto 2011

Ordinanza del TAR DEL 29/07/2011 riguardo la sospensione della gara d'appalto della Reggia di Vemaria Reale

Cliccare sul foglio per ingrandire.

foglio 1/5

foglio 2/5

foglio 3/5


foglio 4/5

foglio 5/5




Comprereste uno yogurt scaduto?

Tempo fa su un giornale vidi una vignetta molto rappresentativa di uno degli aspetti che stiamo vivendo in questi lunghi ed estenuanti mesi nella Reggia di Venaria. Vi erano, su un vascello, fermo nel mare, dei signori seduti con una tavola imbandita che si lamentavano del fatto che la nave non si muovesse nonostante i tagli al personale fatti per ricapitalizzare la barca; in fondo vi era un omuncolo magro magro che da solo cercava, con molto forzo, di muovere la barca con due remi enormi...
Certo, è una situazione non legata unicamente alla Reggia di Venaria, ma è una scelta ormai ampiamente applicata dalle aziende (pubbliche e private) per prendere liquidi in un quadro di crisi mondiale (presunta, ma in parte reale).
In questi mesi del 2011 ormai trascorsi, mesi che hanno visto la Reggia come uno degli scenari protagonisti dei festeggiamenti dei 150 anni dell'unità italiana, abbiamo visto un continuo e progressivo degradamento della qualità offerta dalla Reggia. Perché? Perché si è deciso di fare la cresta sui lavoratori...
Non mi addentrerò nella triste vicenda della mancata applicazione del contratto Federculture, lascerò una riflessione ad hoc e più approfondita ad altri post di questo blog; ma è indubbio che la Reggia ha fatto delle scelte che ne hanno abbassato la qualità dell'offerta. Eccone alcune: 

  • Cancellazione di postazioni dei guardiasala: le opere e le persone sono molto meno tutelate. Io personalmente oggi sono passato in una postazione che da mesi non vede un guardiasala e c'era un bimbo di 4 anni che stava pacciocando con le mani un quadro... la Galleria Grande, il gioiello dell'architettura juvarriana presente nel Palazzo, è da mesi lasciata scoperta. Tutto ciò perchè servivano meno ore di lavoro, meno guardiasala al giorno e così meno postazioni. Io penso: se il futuro della Reggia si basa sul prestito di opere che ALTRI musei concedono per le mostre sia temporanee che semipermanenti, come può un museo sentirsi sicuro a cedere le proprie opere se sa che non sono custodite? Inoltre nei giardini, in zone sensibili, manca del personale che possa intervenire in caso di incidente o di malore dei visitatori...
  • Le visite fisse tolte alle guide per lasciarle ai volontari AVTA: perfino nel capitolato del nuovo appalto la questione delle guide rimane un punto aperto e incerto. Ma come è possibile che un museo non prenda una decisione riguardo ad uno dei suoi servizi essenziali? Le guide dell'AVTA sono volenterose e alcune di loro hanno studiato molto bene la storia sabauda e della Reggia, ma c'è differenza tra un volontario e un dipendente di un'azienda che è spronato dal suo datore di lavoro a garantire una visita guidata professionale e piacevole.
  • Meno ore al call center e cessazione del servizio nei giorni festivi: ma come, nei giorni festivi se un potenziale visitatore vuole visitare la Reggia e prova a telefonare non riceverà risposta? 

Queste sono solo alcuni elementi di declassamento del servizio offerto alla Reggia, e mi sono limitato solo a quelli legati al lavoro del personale. Mi domando: un giorno che aprirà la Palazzina di Stupinigi, arredata e sontuosa, come potremo competere se finora ci facciamo una cattiva fama su queste cose? Inoltre il biglietto da pagare è quasi inaccessibile per le famiglie: 12 euro per ogni adulto e 8 di ridotto... ipotizziamo una famiglia di mamma, papà, 2 figli sopra i 12 anni e uno al di sotto: il totale fa 40 euro (senza una possibile visita alla mostra temporanea nelle Scuderie), senza contare i costi per: parcheggio, ristorazione, eventuale visita guidata o audioguida, ecc... ciò in tempi di crisi non attira turisti e soprattutto limita la possibilità che spendano denaro in città, che così non trae vantaggio dalla presenza di uno dei musei più visitati d'Italia nel suo territorio.
Non entro nel merito del prezzo, ma credo che se vogliamo mantenere un prezzo alto dobbiamo mantenere alta anche la qualità di ciò che offriamo e le tante bellezze presenti forse non bastano... Oggi a mio parere questa qualità si è abbassata.
Infine una piccola postilla sul contratto mancato: uno dei punti che caratterizza il contratto Federculture è l'insistenza che esso ha sulla formazione e preparazione del personale. Certo, non basta che esso sia scritto ma si dovrebbe vedere se le aziende sono poi disposte ad applicare tutto ciò... ma se intanto si cancella la possibilità di avere un contratto maggiormente qualificante, lamentarsi che il servizio non migliora è un piangere i propri mali...
La Reggia ormai è da più di un anno che ha un appalto scaduto, tutto sembra immobile, lasciando intanto nel disagio non solo i lavoratori, ma anche i visitatori... dopo un anno questo yogurt di qualità sa di vecchio, forse si dovrebbero fare scelte diverse per non perdere, nei prossimi anni, tutto il buon lavoro fatto in questi anni, per non perdere la fiducia di pubblico e dei prestatori di cui necessitiamo.


giovedì 4 agosto 2011

E i sogni?

Oggi mi sono avvicinato all'assemblea, l'ennesima, dei dipendenti della Reggia di Venaria con rabbia e disillusione. Forse perché essere arrivati quasi a vincere la gara ed essere stati squalificati sul traguardo suona sempre come una cocente delusione e una profonda ingiustizia. Sottolineo, essere stati squalificati, non essere scivolati, perché in questo caso si sarebbe messa di mezzo la sfortuna. Qui invece c'è la premeditazione, c'è il desiderio di danneggiare da parte di qualcuno contro qualcun altro. Ed è una storia che si ripete. Dopo due anni di lotte per avere un contratto migliore... laddove è più di un anno che manca proprio un contratto procrastinato da innumerevoli, snervanti proroghe, quasi come uno spauracchio che qualcuno ha voluto allontanare per sempre, adesso sul punto di firmare tutto è stato bloccato. La colpa di chi è? del Consorzio che prima ha giudicato valida una gara d'appalto risultata a più riprese contaminata da irregolarità e che poi si è fatto "scoraggiare" dall'accoglimento da parte di un tribunale amministrativo di un ricorso mosso da una delle ditte concorrenti; la quale si è aggrappata a uno stupido cavillo per rinviare, forse, la comunque inevitabile assegnazione dell'appalto alla prima classificata: colpevole anche lei! E il TAR? Accoglie le ragioni della ditta, ma non pensa alle ripercussioni in termini economici e contrattuali sul lavoratori, che adesso dovranno imbracciare di nuovo le armi per ribadire la propria volontà a guadagnare condizioni di lavoro migliori: colpevole anche lui! A parità di condizioni, quasi quattro anni fa, si decise di assumere un'altra condotta, perché diversamente la perla dei Savoia non si sarebbe potuta aprire al pubblico. Adesso non importa più, per qualcuno lo show andrebbe comunque avanti. La cronaca di queste settimane, se non fosse drammatica, verrebbe giudicata a ben vedere assurda e, addirittura, demenziale, comica. Una perfetta cospirazione contro le intenzioni di chi vuole il rispetto della legalità e intende far valere i propri diritti a poter costruire qualcosa, una casa, una famiglia, dei sogni. Diritti che vengono loro negati proprio da coloro che queste cose le hanno e, forse proprio per questo, ne hanno dimenticato il valore o fanno finta di non conoscerlo.
 Gli scenari che si profilano non possono che essere di lotta e di ostinazione! Ma non si fermano alla sola Reggia di Venaria. Viviamo in un paese in cui si mortificano i progetti di chi vuole riuscire, di chi vuole crescere, dare un contributo in termini di sviluppo alla comunità, sempre e malgrado gli sforzi fatti per raggiungere l'obiettivo, favorendo chi, magari, come si dice, "se l'è sempre spassata"! La politica rema contro le lotte dei lavoratori, decreta che in tempi di crisi sia un affronto permettere a qualcuno di ottenere migliori condizioni economiche, per paura forse - anzi sicuramente - che si creino dei precedenti, quella stessa politica che non si interroga se a creare i precedenti sono amministratori delegati che impongono ricattatoriamente orari e norme di lavoro più rigide e punitive. Loro possono e devono, con l'avvallo, il benestare dei maggiori schieramenti politici, incredibilmente d'accordo, uniti. Perché loro sono dalla parte di chi detiene il potere. I dipendenti, quelli che producono, che lottano per "il fine mese", che si sottopongono quotidianamente a una stoica disciplina fatta di rinunce e privazioni, loro non hanno voce.
 Chi dovrebbe incoraggiare la partecipazione pubblica, l'imprenditorialità personale, la creatività, il saper fare prospetta un domani fatto di aspirazioni che non vadano oltre gli impieghi più avvilenti, il magazzinaggio ai mercati generali o la clausura nei callcenter: una classe politica che "amabilmente" invita noi giovani a non sognare, a stare con i piedi per terra, a non porsi degli obiettivi e che, in cima alla collina sicura, magari ci racconta che è tutto a posto anche quando l'onda anomala si avvicina e tanto siamo noi sotto a guardarla dalla riva, esposti alla sua furia. Mi duole dirlo, ma la classe dirigente è a questo modello che sembra ispirarsi.
Ostinazione è quello che ci resta, anche quando qualcuno lavora per toglierci fede e fiducia.