Frase del mese

FRASE DEL MESE

"Sono fiero dei miei collaboratori, che hanno creato un bando complesso, rigoroso, fatto in modo scientifico" (Mario Turetta, direttore della Reggia di Venaria), infatti taglia del 40% i servizi e non da garanzie chiare su contratti e assunzioni...

venerdì 30 dicembre 2011

giovedì 22 dicembre 2011

BUON NATALE


dalla Redazione di REGGIAMOCI FORTE!
(...sperando che il cervo continui a scappare e a sopravvivere...)

mercoledì 21 dicembre 2011

TICKET RESTAURANT: DEVONO ESSERE ACCETTATI ANCHE SE LO STRAPPO NON E' "PERFETTO"

L'altro giorno, mentre stavo pagando il conto presso una tavola calda, ho staccato male un buono dal suo blocchetto d'origine, danneggiando così il codice a barre laterale e scatendando di conseguenza i dubbi del gestore sull'accettarlo o meno. Per sicurezza, ho poi voluto scrivere alla Edenred (l'azienda che gestisce il servizio Ticket Restaurant/City Time/ecc.) per avere ragguagli in proposito.
Quella che segue è la confortante e utile risposta pervenutami dal Centro Relazione Clienti.
Buoni pasti(o) a tutte/i! :)
B for BenDetto

Gentile Cliente,

la presente per informarla che il parziale, o totale, danneggiamento del codice a barre riportato sul buono non influisce in alcun modo sulla spendibilità dello stesso.

Gli esercenti, difatti, non possiedono gli strumenti necessari per la registrazione del ticket tramite la lettura ottica, motivo per il quale il dato non risulta di alcuna utilità.

Inoltre, i riferimenti indispensabili al ristoratore per la fatturazione sono riportati interamente sul buono.

In particolare, il numero di serie e il progressivo del ticket si trovano in basso, all’interno della serie numerica nella banda bianca, mentre la scadenza dello stesso ed il valore sono indicati in alto a destra.

Per ogni ulteriore chiarimento a riguardo, e per confermare quanto sopra, il nostro Servizio Assistenza Ristoratori è a disposizione degli esercenti al Numero Verde 800.834.039 dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30.

Cordiali saluti,
Centro Relazione Clienti
Area Assistenza
Tel : 800.411.817
Fax : 02.21.34.588
E.mail: assistenza-IT@edenred.com
Via G.B. Pirelli, 18 - 20124 - Milano - Italia
www.edenred.com

venerdì 16 dicembre 2011

I lavoratori della Reggia e i loro sogni su La7

Mercoledì mattina, cioè il 14 dicembre appena trascorso, nella trasmissione L'ARIA CHE TIRA sulla rete televisiva LA7 è andato in onda un servizio sulla compresenza di contratti diversi per lavoratori che lavorano con stesse mansioni nello stesso posto di lavoro... cosa che come ben sapete capita anche alla Reggia di Venaria (con la presenza del contratto Multiservizi per chi assunto dal 2007 con le cooperative entranti all'epoca e del contratto UNCI portato in Reggia dalla cooperativa che ha vinto il ricorso per la gestione nel 2008, la REAR).

Infatti il servizio andato in onda intervista due nostri colleghi! Per guardarlo cliccate sull'immagine qui sotto!

Clicca sull'immagine per vedere il video
Zak McKracken

martedì 13 dicembre 2011

venerdì 9 dicembre 2011

Un altro modo per seguire Reggiamoci Forte!

Con questo post vogliamo ricordare a tutti e a tutte che esiste anche una pagina facebook del nostro blog!
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Beh, cosa dire in più...? Buona visione, buona navigazione!

Zak

martedì 6 dicembre 2011

Telerisate # 1

Alla Reggia... e in particolare al callcenter della Reggia... se ne sentono di tutti i colori.

Un'insegnante di Milano

- Pronto, buon giorno. Telefonavo per prenotare la villa di Venària
- La Reggia di Venarìa
- Sì, la villa. Ci interesserebbe anche la mostra sui Cavalieri.
- E' una Reggia, non è una villa, e per visitare la mostra bisogna prenotare un ingresso a parte.
- Dunque, mi spieghi bene. La mostra non è nella Reggia.
- Sì, è nello stesso complesso, ma nelle Sale delle Arti, ai piani superiori, che non rientrano nel consueto percorso di visita del palazzo.
- Ah, quindi la mostra è nella mansarda...
- No...
Rivolta alla collega che sta sentendo la conversazione al telefono:
- Il signore ha detto che per la mostra sui Cavalieri bisogna fare un biglietto a parte perché è ospitata nella soffitta della villa...

Ale DG

lunedì 5 dicembre 2011

Il Lago d'Aral


Dopo ore di macchina arrivi a Moynaq, la città costiera, famosa perchè antico approdo della "via della seta" e per l'inscatolamento del pesce che i pescatori prendevano al Lago salato, con cui si sfamavano. Siamo nelle leggendarie terre vicino a Samarcanda. Appena entrati in città ad accoglierti è una grossa insegna col nome della città scritto in caratteri cirillici, una strana reminiscenza d'Europa in questa lontana terra d'Asia. Sotto la scritta la grande immagine di un pesce che salta fuori dal lago. Di navi a Moynaq ce ne sono ancora parecchie, tutte vecchie, abbandonate, incrostate sal sale e dal tempo, senza vita e senza porto in cui approdare. Già, senza porto, e non è un'espressione poetica di vecchi studi classici: a Moynaq manca letteralmente il porto. Le navi stanno lì, ferme, appoggiate placidamente sul terreno salino che un tempo accoglieva mare, pesci e pescatori. Se prendete una qualsiasi cartina o un qualunque mappamondo e cercate in Asia il Lago d'Aral, vedrete sì un immenso lago salato chiuso, ma in realtà quel mare non esiste più. Oggi il Lago d'Aral si è ridotto del 90% della sua originaria estensione e la sua più importante città portuale oggi dista centinaia di kilometri dall'attuale costa. L'intero bacino salato è un sinistro paesaggio apocalittico dove giacciono antichi relitti ritornati alla luce del sole con quelli nuovi che non hanno mai visto le profondità del mare, ma che semplicemente furono abbandonati lì, ad aspettare che il mare si prosciugasse, per toccare il fondo.


Dopo la Seconda Guerra Mondiale l'Uomo segnò il destino del Lago d'Aral: il sovietico Grigory Voropaev divenne il capo di un progetto di riqualificazione agricola della zona, cercò di potenziare la produzione di cotone fino a rendere la vecchia repubblica sovietica (oggi Stato indipendente) dell'Uzbekistan il secondo produttore di cotone dopo gli Stati Uniti. Solo che per fare ciò si doveva "serenamente far scomparire il Lago d'Aral", perchè per potenziare tale coltura c'era bisogno di deviare gli unici due affluenti di questo mare lontano da ogni oceano. Così, a detta sua si corresse "un errore della natura", usando le acque dei fiumi per l'agricoltura e i grandi acquitrini ricavati dal ritirarsi delle acque per la coltivazione del riso. Peccato che il Lago d'Aral, a differenza del suo nome, sia un mare. Così non acquitrini, ma distese di sale vennero scoperte ai rigidi venti dell'Asia centrale, venti che sono riusciti a portare sostanze saline fino su nelle cime dell'Everest. E non solo quello.
L'Uomo nel correggere gli errori della Natura, volle sforzare in ogni modo la coltivazione di quelle terre, con pescticidi e prodotti chimici, fino ad avvelenare non solo quelle terre ma anche quelle vicine. Ci fu un ridursi del Lago e un aumento delle malattie respiratorie e renali.
L'Uomo si è creduto talmente tanto all'altezza di Dio da vedere quella grande area anche un buon luogo dove sperimentare gli ordigni di difesa/offesa militare. In questo caso, trattandosi dell'URSS, di ordigni atomici. Sulla ormai scomparsa isola di Vozroždenie vi era una delle più segrete basi militari sovietiche. L'Uomo in tal modo riuscì a cambiare ancora più profondamente la Natura grazie alle radiazioni degli esperimenti atomici. Peccato che l'Uomo stesso faccia parte di questa Natura di cui ne subisce gli stupri e i tumori. Riusciremo a riempire di nuovo contenuto e di nuova forma i concetti ottocenteschi ormai trapassati di "progresso" e di "modernità"?

Alberto B.