Frase del mese

FRASE DEL MESE

"Sono fiero dei miei collaboratori, che hanno creato un bando complesso, rigoroso, fatto in modo scientifico" (Mario Turetta, direttore della Reggia di Venaria), infatti taglia del 40% i servizi e non da garanzie chiare su contratti e assunzioni...

martedì 14 febbraio 2012

Oltre il danno la beffa

Nella giornata di domenica 12 febbraio 2012 i lavoratori e le lavoratrici della Reggia hanno preso la parola per discutere delle prossime strategie di lotta e dei propri disagi nell'assemblea indetta dalle Organizzazioni Sindacali; ma non sono stati i soli. Qualcun altro ha espresso questo suo giusto diritto di parola, solo che vicino a lui c'era un giornalista che prendeva nota delle affermazioni che stava pronunciando.
Costui è il direttore del Consorzio di Valorizzazione Culturale Alberto Vanelli, da poco riconfermato nella sua carica.

Aprendo La Stampa di domenica ecco cosa si poteva trovare:
Clicca sull'immagine per aprire l'intero articolo interessato
Il direttore di uno dei musei più visitati d'Italia (un milione di visitatori dal 17 marzo 2011 al 28 gennaio 2012) ci rivela la notizia shock che non è lui a scegliere gli stipendi... e non solo! Grazie alle sue parole ora sappiamo che chi fa 40 ore con il contratto ancora oggi vigente in Reggia, cioè il multiservizi, guadagna una cifra dai 1100 ai 1250 euro NETTI al mese!
Incredibile che chi già oggi in Reggia faccia un tempo pieno non se ne sia mai accorto... Per fortuna che leggono La Stampa...!

Facciamo un po' di matematica:
un lavoratore/trice multiservizi ha, mediamente, una paga oraria di 6,60€ all'ora lordi; con le dovute trattenute c'è da presumere che questo lavoratore/trice guadagni al netto dai 5,30 ai 5,50€ all'incirca all'ora. Ipotizziamo con ottimismo che si porti a casa puliti 5,50€ all'ora.
Ora trasportiamo questa cifra nel suo portafoglio settimanale e poi in quello mensile:

20 ore settimanali: 110€          84 ore mensili: 352€
30 ore settimanali: 165€         124 ore mensili: 682€
40 ore settimanali: 220€         170 ore mensili: 935€

Quindi per un full-time di 40 ore siamo lontani di pressapoco 170-290 euro circa dalla cifra indicata dal Direttore, non si raggiungono neanche i 1000 euro al mese. Domandatevi voi se oggi una persona riesca a vivere con 935 euro al mese facendo un full-time.
Inoltre molti lavoratori e lavoratrici del comparto call-center e didattica si sono visti ridurre il proprio monte ore dalla cooperativa Copat. Meno ore, meno soldi, meno stipendio. Le aziende interrogate rispondono che è il Consorzio stesso a indicare loro il monte ore da applicare, lo stesso Consorzio di cui Alberto Vanelli è direttore.

Il Direttore dice anche che ogni lavoratore della Reggia ha preso un ammontare di 100 euro in ticket restaurant al mese come compensazione della mancata applicazione del Federculture di questi mesi... È vero. I ticket restaurant sono stati concessi, ma l'accordo che il Consorzio fece mesi fa con le sigle sindacali non viene pienamente rispettato; leggiamo il comunicato stampa che il Consorzio diede e che appese nella bacheca sindacale nell'agosto passato:


Clicca sulle immagini per ingrandirle


La fonte perciò è l'ufficio stampa del Consorzio stesso. Come si può notare nel riquadro evidenziato della prima pagina si parla chiaramente di ticket da 5,28€ ogni 6 ore. In questi mesi però le aziende hanno dato ai propri lavoratori ticket da 5,00€ ogni 8 ore. Ci domandiamo: che fine hanno fatto quei 30 centesimi a ticket e quelle due ore che mancano per acquisire un ticket? Se non sono finiti - come prevedeva l'accordo - nelle tasche dei lavoratori, dove sono rimasti? al Consorzio? alle aziende? Chi li ha presi?

È comprensibile la volontà di giustificarsi di fronte l'opinione pubblica per via del risalto mediatico che le contestazioni dei lavoratori stanno suscitando (ultimo esempio l'interrogazione al Consiglio Provinciale del consigliere PD Salvatore Ippolito riguardo ai salari bassi dei lavoratori in Reggia), ma non ci sembra giusto diramare a mezzo stampa, sul principale quotidiano cittadino, delle inesattezze o delle affermazioni superficiali. 


Zak McKracken

domenica 12 febbraio 2012

Assemblea sindacale a Castelvecchio

I lavoratori/trici in assemblea a Castelvecchio
Oggi, divisa sui due turni di lavoro, si è svolta l'assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici della Reggia di Venaria. Nella medesima assemblea si è deciso di confermare lo sciopero indetto per domenica 19 febbraio 2012, giornata di chiusura della mostra su Leonardo, il genio, il mito.
Le motivazioni sono le stesse per le quali sono stati indetti gli scioperi del 3 e del 5 febbraio 2012. 
Lo sciopero di domenica 19 febbraio questa volta durerà non solo 4 ore per turno ma l'intero orario di apertura; qualunque lavoratore/trice potrà esercitare il suo diritto di partecipazione. 
Probabile anche un'assemblea all'interno dello sciopero per discutere degli sviluppi.
Intanto nei prossimi giorni le Organizzazioni Sindacali si incontreranno con le aziende REAR e Copat per parlare del periodo di chiusura, delle ferie forzate e di altre problematiche legate agli orari di lavoro.


Zak McKracken

sabato 11 febbraio 2012

Assemblea sindacale di domenica 12 febbraio 2012


Tutti i lavoratori/trici REAR e Copat 
sono invitati/e a partecipare 
all'ASSEMBLEA SINDACALE 
di domani domenica 12 febbraio 2012.

Ecco gli orari:
TURNO MATTINO: dalle ore 10,00 alle ore 12,00
TURNO POMERIGGIO: dalle ore 16,00 alle ore 18,00

All'ordine del giorno come stanno procedendo le cose riguardo il contratto e l'appalto nuovi, la decisione di nuovi scioperi ed eventuali problemi da presentare agli incontri sindacali con le aziende (REAR e Copat) di lunedì e martedì.


giovedì 9 febbraio 2012

Sciopereggia!

Ecco altri articoli apparsi in questi giorni sui giornali locali e sulla Stampa, a testimoniare l'eco che gli scioperi del 3 e 5 febbraio hanno ottenuto.

Articolo su La Stampa

Articolo su La Nuova Periferia

Articolo su Il Risveglio



Articolo su La Nuova Voce


Redazione di Reggiamoci Forte

martedì 7 febbraio 2012

15 anni

Inverno 1997. Avevo da poco terminato il servizio civile e pregustavo il ritorno allo studio a tempo pieno. Appena un mese di calma e relax, per poi essere proiettato nel fatidico mondo del lavoro di cui, fino a quel momento, avevo solo sentito parlare. L’inizio fu traumatico, ero stato assunto con un contratto a tempo determinato di dieci mesi, con la possibilità del passaggio al tempo indeterminato col terzo rinnovo. Non mi ero abituato all’idea, poco più che adolescente mi trovavo catapultato in un impiego che non rispecchiava minimamente il mio percorso di studi, appena avviato, né le mie ambizioni. Ma mi bastarono un paio di settimane per inserirmi bene nell’ambiente lavorativo, incoraggiato dal primo stipendio che, per la prima volta, mi permetteva di aprire un conto in banca e guardare al futuro in una prospettiva diversa.
La favola durò fino al 30 novembre. Alcuni colleghi anziani erano stati mandati in prepensionamento e alle nuove reclute, tra cui io, non fu rinnovato il contratto. Ricordo la responsabile che ci aveva convocati nel suo ufficio per ripetere a tutti la stessa frase di circostanza: ci dispiace di non poter continuare ad avvalerci della sua collaborazione, ma era già stato anticipato l’impossibilità da parte nostra di rinnovarle il contratto.
 Venni a sapere che l’anno successivo era stato reclutato del nuovo personale con le stesse modalità di impiego, carne fresca da sacrificare dieci mesi dopo sull’altare del precariato.
 Sono passati quindici anni da quella fredda mattina invernale in cui la mia carriera lavorativa è iniziata. Dicono che proprio nel 1997 in Italia si sia cominciato a parlare di instabilità occupazionale e flessibilità, termine che allora veniva salutato come la nuova frontiera del lavoro e il toccasana per un’economia in crisi. Oggi anche i politici, in perenne campagna elettorale, hanno smesso di ripetere lo stesso ritornello, anche se ci pensano i signori dei governi tecnici. Ma intanto un’intera generazione, la mia, si è vista scorrere davanti agli occhi gli anni migliori della sua giovinezza alla ricerca assidua di una sicurezza economica irraggiungibile.
 In questi anni sono passato da un lavoro all’altro, cercando di guadagnarmi onestamente la fiducia di chi mi offriva un nuovo impiego, disponibile a ogni sacrificio pur di poter ben figurare e, magari, essere tenuto. Sono cresciuto professionalmente, mi sono laureato, ho fatto corsi di formazione, ma ovunque, persino laddove le mie qualifiche erano richieste per poter operare, mi sono sentito rispondere che ero bravo, ma non avevano soldi per confermarmi il contratto e quindi dovevano lasciarmi a casa.
 Le cose non sono cambiate. Festeggerò i miei primi 15 anni di precariato in un posto dove la mia paga oraria è inferiore a quella che percepivo nel 1997, al limite della soglia di povertà, e se mi lamento mi dicono che devo ancora ringraziare perché in giro c’è parecchia gente che resta senza lavoro. Solo non ho proprio voglia di dire grazie, sono stufo di farmi in quattro per datori di lavoro che si sentono padroni e si aspettano grandi cose senza essere disposti a offrirmi valide garanzie per il mio domani, che è tutto ciò che conta ed è l’unica cosa che per me ha valore, oggi come allora.

Benjamin Malaussène

domenica 5 febbraio 2012

Primo bilancio dello sciopero di oggi alla Reggia di Venaria


Vi scriviamo in diretta dalla Reggia di Venaria. Altissima adesione allo sciopero di oggi nel turno di mattina. Gli effetti si fanno sentire con la chiusura del percorso Reggia. Forti disagi, si sono dovute fare centinaia di telefonate per disdire prenotazioni, oltre a fare il rimborso dei biglietti già venduti. A breve nuove notizie.

Per i lavoratori e le lavoratrici della struttura controllate gli orari dello sciopero per il pomeriggio qui.

venerdì 3 febbraio 2012

Orari dello sciopero del 5 febbraio 2012

Giuseppe Pellizza da Volpedo, "Il Quarto Stato", 1901, conservato presso il Museo del Novecento a Milano
Sono invitati tutti/e i lavoratori e la lavoratrici a partecipare allo sciopero di domenica 5 febbraio 2012.
Le motivazioni sono riassunte nei post precedenti, in particolare per le condizioni di lavoro e per il mancato avvio del contratto Federculture (vi segnaliamo qui l'ultimo post a riguardo sulla mancata conciliazione in Prefettura tra le parti un causa: Consorzio, aziende e sindacati).
Lo sciopero è stato indetto dai sindacati presenti in Reggia (USB e CGIL). Qualunque lavoratore/trice (anche se non iscritto a un sindacato) può parteciparvi.

Gli orari sono:

LAVORATORI/TRICI REAR:
Mattino: dalle ore 10,30 alle 14,30
Pomeriggio: dalle ore 16,00 alle ore 20,00 (per chi finisce il turno alle 20,00); dalle 16,30 alle 20,30 (per chi finisce il turno alle 20,30).

LAVORATORI/TRICI COPAT (BIGLIETTERIA, ACCOGLIENZA E BOOKSHOP):
Tutto il giorno.

Per essere efficace uno sciopero deve essere il più possibile partecipato. Se non vi saranno sufficienti lavoratori i percorsi di visita potranno venire chiusi. Una nota dell'ufficio stampa del Consorzio della Reggia avvisa dei possibili disagi che possono subire in caso di alta partecipazione (clicca qui per leggere la nota).

SIETE TUTTI/E INVITATI/E FORTEMENTE PER LOTTARE UNITI/E PER NOI STESSI!!! È BANALE MA VERO: L'UNIONE FA LA FORZA. ABBIAMO POCHE CARTE IN MANO MA GIOCHIAMOCELE TUTTE!

giovedì 2 febbraio 2012

Un po' di rassegna stampa in vista delle prossime giornate

Vi proponiamo qui due articoli riguardanti la Reggia e in particolare lo Sciopero Nazionale di venerdì 27 gennaio scorso. Il primo è tratto dal quotidiano torinese "Cronaca Qui" a firma di Claudio Martinelli:

Clicca sull'immagine per ingrandirla
L'altro, di carattere più "sociologico", è tratto dal magazine online dell'Informagiovani di Torino, www.digi.to.it 
La firma è di Andrea Orritos e ve lo postiamo qui di seguito (cliccate sull'immagine per aprire il link):


Zak McKracken