Frase del mese

FRASE DEL MESE

"Sono fiero dei miei collaboratori, che hanno creato un bando complesso, rigoroso, fatto in modo scientifico" (Mario Turetta, direttore della Reggia di Venaria), infatti taglia del 40% i servizi e non da garanzie chiare su contratti e assunzioni...

lunedì 19 settembre 2011

Una bella giornata di ...

Il 6 Settembre 2011, si è svolto a Torino come in tutte le piazze italiane, uno sciopero di otto ore indetto dalla CGIL, contro la manovra del governo. La mattinata ha visto un’affluenza di manifestanti piuttosto discreta, almeno nelle strade e in piazza, composta da ragazzi, famiglie, singoli, e persino una cospicua delegazione dei lavoratori della Reggia di Venaria, rappresentata dall’Unione Sindacale di Base. Anche noi “della Reggia”, abbiamo contribuito alla protesta, reputando tale manovra ingiusta e inadeguata al risanamento della crisi. Infatti il governo prevede di effettuare numerosi tagli soprattutto nei settori chiave allo sviluppo del paese. In sostanza, i nostri soldi non saranno versati per accrescere il grado di istruzione, di cultura, o per essere impiegati nella sanità, ma serviranno a mantenere ed accrescere l’agio ed i privilegi dei nostri parlamentari.
Un esempio di incongruenza che questa manovra cerca di portare avanti, è l’abolizione di un diritto fondamentale del lavoratore, ovvero dell’articolo 18, che prevede il licenziamento anche senza giusta causa. Tutto ciò sconfina nel paradosso dal momento che in Italia, il precariato è all’ordine del giorno e la disoccupazione è in aumento. Per non parlare poi, dello sfruttamento lavorativo attraverso retribuzioni inadeguate per la propria sussistenza, come avviene per noi lavoratori della Venaria Reale. Ma il governo, non essendoci più posti di lavoro sicuro, ritiene più opportuno e di aiuto non dare ai lavoratori il tempo di “affezionarsi” troppo alla propria occupazione. Così la questione è risolta: eliminiamo l’ennesimo diritto, duramente conquistato nel corso della storia.
In questo modo, il paese non solo non sarà più in grado di progredire e di competere, ma aumenteranno ancora di più povertà e debito pubblico.
Questo sciopero rappresenta il dissenso di chi crede ancora che un paese sia costituito dal popolo, da uomini e donne con diritti e doveri, e che non appartenga a pochi privilegiati autoritari.
In questa giornata di sciopero si apre un altro scenario, quello dei manifestanti per la causa No-Tav. D’altro canto, in un momento di crisi e instabilità ci si chiede per quale motivo si voglia intraprendere la costruzione di un’opera inutile, dispendiosa e insostenibile anche dal punto di vista ambientale. 

Nessun commento:

Posta un commento