Frase del mese

FRASE DEL MESE

"Sono fiero dei miei collaboratori, che hanno creato un bando complesso, rigoroso, fatto in modo scientifico" (Mario Turetta, direttore della Reggia di Venaria), infatti taglia del 40% i servizi e non da garanzie chiare su contratti e assunzioni...

martedì 29 novembre 2011

Quello che non

Guccini chiudeva una sua celebre canzone degli anni '90 con un triplice "non siamo". E' stato profetico, si potrebbe addurre, a giudicare dai tempi che corrono in cui, più che chiederci di essere ci chiedono di non essere, ci dicono che è meglio così. E in tutti modi chi muove i fili cerca di "non farci sentire" o di "farci sentire niente". Oggi va di moda l'esatto contrario di un tempo, quando si cresceva con l'idea di diventare. Da piccoli tutti abbiamo almeno una volta detto "da grande diventerò" o "da grande voglio diventare". Poi siamo passati, con le ultime generazioni, a un "da grande mi piacerebbe essere come", che non evidenzia più una professione, ma uno status sociale e economico. I ragazzi oggi non pensano a quale percorso intraprendere in linea con una professione che vorrebbero fare, ma a chi assomigliare. E poi abbiamo i giornali pieni di gente che non è né carne né pesce, davanti a cui si spalancano immancabilmente le porte del successo. Pensiamo a Fabio Volo, sforna libri che vendono anche all'estero, che scalano le classifiche, con botte di tirature di minimo 700.000 copie. Uno così deve avere le tasche piene di soldi, anche solo se percepisse dei diritti d'autore dell'8% sul prezzo di copertina. In più è coccolato dal cinema, dalla radio e dalla televisione. Poi gli chiedono come si sente con questo successo tra le mani e lui con molta umiltà commenta che lui non è uno scrittore, anzi è un non scrittore, un non attore, un non presentatore. Insomma, è semplicemente se stesso, un personaggio che sa come cavalcare l'onda, ma è l'esatto contrario di tutto ciò che dicono lui essere. Mi verrebbe da dire che è un nulla, che non è niente, ma uno con il suo successo non passa inosservato, quindi deve esistere per forza. Sfido io che le nuove generazioni puntino ad essere questo, trovino anche vantaggioso non etichettarsi, restare fuori dai titoli e dalle competenze e fare il gioco di un sistema che ama confonderci e burattinarci. Niente di personale, è una vita che sogno di essere Fabio Volo, o forse no, ma lui non ne ha colpa.
 
Ale DG

6 commenti:

  1. IL sistema ama "confonderci", hai ragione. Confusi e stanchi, non siamo più capaci di sognare un mondo migliore o un "noi" migliore...
    ...sognare un mondo migliore, farlo non solo nella propria testa ma assieme ad altre persone è avvincente, il Vs blog ne è un esempio
    faith

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  2. Lasciamo cavalcare le onde ai surfisti, sempre in piedi sulla loro tavola lucida. I gridolini sulla spiaggia sono tutti per loro.
    A noi tocca remare e soffrire il mal di mare per tutto il tragitto, però possiamo allontanarci, andare sempre più al largo ed imparare a cavarcela anche quando attorno a noi c'è solo silenzio.

    Sal Bertrand

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  3. Volo è l'espressione della cultura da ipermercato e da centro commerciale di cui è permeata la società. Le stronzate che spara alla radio, le sue piccole rassicuranti storie, stanno bene sugli scaffali di questi templi del consumismo e del 3x2 e sui comodini della massa che si vuole sentire almeno parzialmente rassicurata, nonostante tutto...

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  4. Quanti Voli pindarici...! io non me la prenderei con Volo, che ha il pregio di avere una forma leggera, efficace e poco impegnativa che piace... il problema come sempre è in chi legge... oops, pardon! volevo dire CONSUMA la merce.
    Non guardiamo al dito, guardiamo la Luna, siamo noi che ci siamo trasformati nel problema!! Aiuto!

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  5. Difatti il mio post non intendeva colpire Fabio Volo, personaggio che artisticamente non seguo e quindi non posso giudicare. Ho criticato semmai una sua dichiarazione, ma in linea di massima ho riflettuto su un modo di essere - o meglio di voler essere - che sta diventando, ahinoi, la norma nella nostra società votata ai grandi fratelli.

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  6. volo è un bell'esempio, il punto non è lui, cioè un po' si, ma lui è un genio nel dare al pubblico ciò che vuole! Sono le richieste del grande pubblico ad essere molto modeste, in più quest'aurea che si è creato attorno fa credere pure a tanti di seguire tematiche molto complesse, si sentono fighi a leggere volo, a vedere i suoi film, a seuirlo in tv e alla radio come se fosse un "dante alighieri" moderno. Che tristezza. Basta poi dare un'occhiata al box office italiano per capire all'istante la situazione. Un discorso troppo lungo ma una cosa la dico: recentemente un film è stato completamente trascurato dal saggio pubblico italiano, si intitola "one day", film stupendo che ha raccolto guagani a dir poco ridicoli, il film di volo farà minimo 15 mln di euro. DITEMI PERCHè. ciao

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