Piazza della Repubblica si dona di un simbolo più idoneo, fedele a ciò che guida le decisioni della Reggia di Venaria. |
Buon compleanno Reggia di
Venaria. Ma chi compie gli anni oggi, chi li compie realmente? Per
chi sono le candeline che oggi vengono spente, per chi sono i
festeggiamenti che oggi riempiono la Corte e le sale sontuose della
Reggia? Si legge nei giornali, si decanta assai dei cinque anni della
Reggia di Venaria.
Le parole hanno un peso,
sono correlate a un significato presente e comune nelle nostre teste.
Non è la Reggia di Venaria a compiere gli anni. La Reggia è stata
costruita a partire dal XVII secolo, ha avuto una lunga e variopinta
storia e diversi inquilini. Oggi il compleanno è degli inquilini,
non del Palazzo.
Le celebrazioni di oggi
non sono altro che un'autocelebrazione di coloro che oggi “regnano”
nella Reggia, un'occasione di Fiera delle Vanità e di vanteria, un
palco dove rivendicare meriti e profitti.
Chi sono gli attuali
inquilini del gioiello sabaudo? È il Consorzio di Valorizzazione
Culturale.
La parole hanno un peso,
un significato. Dire “Consorzio di Valorizzazione Culturale” vuol
significare che obiettivo e scopo di cotale organismo sia difendere e
migliorare la ricchezza ritrovata alla Reggia dopo i restauri di fine
anni Novanta e inizi anni Duemila. Lo sta facendo o c'è qualcosa che
non funziona? Dopo cinque anni può meritarsi tale nome?
Recentemente 23 persone
sono state lasciate a casa per fare cassa. Non licenziate, ma lasciate a zero ore,
con soli tre giorni di preavviso. Solo tre giorni e la tua vita
cambia: niente più cibo, pagamento di mutuo e bollette, niente più
lavoro. Un lavoro che tra l'altro garantiva loro uno stipendio intorno i 700-800 euro. Non milioni. Sono state lasciate a casa senza essere licenziate, a zero ore, in tal modo non percepiscono nessun sussidio di disoccupazione e ci si può nascondere dietro a dichiarazioni quali “Noi non abbiamo licenziato nessuno”. Se le parole hanno un senso allora ho capito
che il Consorzio è sfacciatamente ipocrita.
Leggendo l'organigramma del Consorzio spero che chi ha più di un incarico non abbia doppi, tripli stipendi, perché se veramente la Reggia ha bisogno di risparmiare per la crisi e per i tagli allora che si incominci a tagliare i doppi compensi. Intanto vi donate grandi celebrazioni, spendendo un sacco di soldi, tra fuochi d'artificio, torte e spettacoli del vostro compiacimento, "molto rumore per nulla" direbbe il Bardo. Sprecate denaro costruendo parcheggi faraonici a ridosso del Ceronda quando il grande parcheggio Juvarra già esistente rimane vuoto.
Tanti soldi e neanche un euro per queste 23 persone, molte delle quali hanno una famiglia da sostenere. Avete realmente tagliato il superfluo?
Tanti soldi e neanche un euro per queste 23 persone, molte delle quali hanno una famiglia da sostenere. Avete realmente tagliato il superfluo?
Questi 23 lavoratori hanno garantito per cinque anni, insieme a chi è rimasto, la sicurezza in Reggia, in particolare nelle mostre
temporanee. Attualmente ci sono due mostre temporanee aperte e una
aprirà i battenti nella Scuderia a novembre. Come garantire una degna e sufficiente copertura e un'adeguata accoglienza del visitatore?
È facile da capire che la mancanza di questi lavoratori nelle
sale della Reggia è una mancanza di sicurezza per opere e
visitatori. Cosa capita in concreto?
- Oggi capita che un addetto di sala deve guardarsi undici sale. Undici. Impossibile garantire la sicurezza, anche dei visitatori.
- Nei giardini non esiste praticamente più personale. La Corte d'Onore non è presidiata a dovere e mentre la Fontana del Cervo disegna piacevoli coreografie, molta gente si addentra dentro di essa quando ciò è pericoloso. Inoltre non c'è nessuno che possa intervenire quando bambini e famiglie giocano con l'acqua della Fontana, che è chimicamente trattata.
- Di domenica vi sono lunghe code perché spesso rimane solo una biglietteria aperta. Di domenica.
- La celeberrima Galleria Grande (o di Diana) è da più di un anno lasciata senza custodia, senza personale di sala, alla mercé come minimo di visitatori a volte incuranti.
- Con il recente taglio anche gli accessi in Reggia non sono sicuri. Capita che se c'è bisogno di personale in altri punti si lasci scoperto il Bookshop permettendo così a chiunque di entrare e uscire in Reggia, con o senza biglietto.
I visitatori trovano
tutte queste mancanze e percepiscono parecchio disagio, tra l'altro dopo aver pagato 15-20 euro a persona. Che forse la bussola che guida le scelte alla Reggia
sia diversa dalla Cultura e dall'Arte? Tutto ciò garantisce la
“Conservazione e la Valorizzazione” della Reggia di Venaria? Io
oso dire di no.
Chiedo onestà, sia
linguistica che ontologica: auguro perciò due cose alla Reggia di Venaria, quella vera, quella che ha resistito a secoli di storia. La prima è che voi che guidate il Consorzio decidiate che questo cambi il suo nome, così potrete
celebrare i vostri cinque anni, ma sarete salvi dalla vigliaccheria di non ammettere che state celebrando solo la vostra vacua vanità, che non porta beneficio né ai lavoratori, né alla collettività e né ai visitatori.
La seconda è che la Venaria Reale possa resistere anche alla vostra incuria, che possa salvarsi anche stavolta e possa essere realmente di tutti, possa essere "res publica" e non giocattolo per pochi.
Tanti auguri.
Qòelet
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