Frase del mese

FRASE DEL MESE

"Sono fiero dei miei collaboratori, che hanno creato un bando complesso, rigoroso, fatto in modo scientifico" (Mario Turetta, direttore della Reggia di Venaria), infatti taglia del 40% i servizi e non da garanzie chiare su contratti e assunzioni...

giovedì 12 gennaio 2012

Una voce tra tante


Chiunque avrà voglia di perdere qualche minuto della propria vita, grazie. 
Sono un "ragazzo" di quasi 28 anni, da quattro anni e qualche mese lavoro alla Reggia di Venaria Reale con un contratto part-time. Laureato in storia, molti sogni nel cassetto, grande incertezza sul futuro, faccio il guardiasala.
Io, il mio posto di lavoro, ho imparato ad amarlo e a odiarlo. In qualche modo posso ritenermi fortunato, visto che molte persone imparano solo a odiarlo. La Reggia mi ha garantito un minimo di sopravvivenza, perché, sembra strano doverlo specificarlo, a 25-28 anni una persona vorrebbe concretizzare appieno i suoi sogni, le sue idee e le sue scelte di quello spazio di tempo che noi tutti chiamiamo vita. Faccio comunque fatica ad arrivare a fine mese. Non posso accedere a un mutuo, perché il mio stipendio non me lo permette. Da quattro anni (a parte durante un'aspettativa di due mesi presa per la stesura della mia tesi di laurea) non faccio una festività, non ho passato una domenica libera, se non usando permessi e ferie. Io e i miei colleghi non abbiamo mai quel buco di riposo riconosciuto (come per altri può essere il primo maggio o pasquetta) durante l'anno in cui avere un attimo di respiro per godersi la famiglia, gli amici, il tempo con se stessi.

Perché questa introduzione? Queste poche righe che scrivo mi rappresentano, ma avrei potuto scrivere di tanti colleghi, di tante vite, di tante situazioni simili e diverse, di chi non arriva a fine mese con figli a carico, di chi ha due lauree e cerca di sbarcare il lunario, di chi ha un mutuo, di chi deve sposarsi o vorrebbe ma non può, ecc... tutte vite concrete.
Sono tante le vite che si intrecciano e a volte si scontrano alla Reggia di Venaria... tutte cose concrete. Non sempre è facile percepire questo quando si incontrano tutti i giorni le stesse facce in maniera superficiale senza andare oltre, se va bene, ad un cortese "ciao" o "buongiorno".

Da due anni ormai ci sono trattative tra il Consorzio di Valorizzazione Culturale (l'ente che gestisce l'intera struttura) e i sindacati, riguardanti il cambio di contratto, un contratto che esiste già da anni e che è quello specifico per la categoria: il contratto federculture.
Posso immaginare quanto l'applicazione di un contratto del genere (migliore dal punto di vista contributivo e delle condizioni di lavoro e di formazione dei lavoratori) possa far storcere il naso a molti non solo all'interno del Consorzio, ma anche a molti dell'intero sistema museale. Potrebbe creare un precedente rischioso e non mi stupisco se molti vogliano far saltare questo nuovo appalto ancora non partito. 
Capisco anche la complessità della lotta e della vicenda, aggravatasi dai diversi ricorsi legali tra aziende e cooperative che si contendono il boccone della Venaria.
Da più di un anno doveva partire il nuovo appalto, ma ancora niente.

Ho partecipato anch'io all'assemblea sindacale di lunedì 9 gennaio scorso. Mi sono portato dentro un disagio grande quanto i quattro anni passati in Reggia, lo stesso disagio, la stessa rabbia che sento, che percepisco dai miei colleghi. Sono stato contento per una volta di poter sentire dalle voci irate e deluse dei miei colleghi che il disagio non appartiene solo a me; intendiamoci, non sono per niente convinto dell'antico agio "mal comune mezzo gaudio", ma la rabbia e il disagio, se condivisi, si possono trasformare in cose concrete, in azioni ponderate e ben mirate, in azioni di lotta. 

La concretezza è ciò che manca e che ci è mancato in questi anni, ogni volta sempre a rincorrere promesse e parole forniteci dagli stessi piazzisti. Ma io sono molto deluso anche dall'azione sindacale svoltasi in questi mesi, molto attendista, e, a mio parere, non sempre in linea con la volontà dei lavoratori. Ad agosto mi ricordo benissimo che si era votato di fare due scioperi: uno al 15 agosto (poi non fattibile per la franchigia ministeriale ma trasformato in un'assemblea sindacale con volantinaggio di protesta) e poi un altro, se non vi fossero state azioni concrete del Consorzio per dare un'aggiudicazione provvisoria del nuovo appalto (fermo da un anno), a settembre... ma il mandato dei lavoratori non è stato rispettato, perché alla fine in Reggia non si è mai fatto uno sciopero (c'è stata solo una partecipazione a quello nazionale) e noi, come risposta, abbiamo ottenuto un ulteriore proroga del vecchio appalto fino a fine gennaio 2012, senza sapere NIENTE dei nostri destini. Forse perché, da quanto ci fanno intendere, a pochi - in primis nel Consorzio - frega qualcosa del nostro futuro: si abbia almeno l'onestà e il coraggio di dircelo, tanto noi già lo sappiamo. Non voglio fare di tutta un'erba un fascio, ma da ciò che abbiamo appreso in assemblea a fine gennaio c'è l'intenzione di concedere un'altra qualche forma di proroga, rimandando ulteriormente l'applicazione (anche provvisoria) del nuovo contratto federculture, sconfessando ancora una volta la parola data da parte del Consorzio.


Mi ha fatto male lunedì scorso all'assemblea sindacale esser trattato dal mio sindacato come un bambino da istruire: sono stufo che altri mi spieghino la cronistoria delle vicende della Reggia per farmi capire quali progressi sono stati raggiunti quando quelle vicende le sto vivendo in prima persona. Inoltre sono stufo di fare assemblee sindacali di lunedì, il giorno di riposo per molti di noi, per non dare ulteriori fastidi alla gestione della Reggia; non accetto la risposta che in tale modo si fanno guadagnare 2 ore in più ai lavoratori: ma siamo così meschini di accontentarci di 11 euro? Inoltre è allucinante scoprire dalla stessa voce dei sindacati alcuni errori enormi commessi nei mesi scorsi, come quello di non precettare le aziende per alcune sostituzioni del personale avvenute durante lo sciopero generale del 6 settembre.
Io non voglio negare i risultati ottenuti in questi anni dai sindacati, ma credo che da questa estate ci sia stata una grossa carenza di concretezza e ci stiamo giocando il nostro futuro e intanto anche chi fa un tempo pieno di 40 ore non raggiunge 900-1000 euro al mese... 
Vorrei che i sindacati invece di chiedere con parole coraggio a noi si convincessero a darci quella concretezza che chiediamo da tempo: NON ABBIATE PAURA DI DARCI LA POSSIBILITÀ DI LOTTARE PER IL NOSTRO FUTURO! La partecipazione dei lavoratori non è in discussione, tanto che in assemblea gente che mai si è esposta chiedeva ad alta voce di scioperare! Cosa dobbiamo aspettare, che al 29 gennaio - quando finiranno tutte le mostre e non ci saranno più eventi e visitatori alla Reggia - ci dicano "Ci dispiace, ma non se ne fa nulla"?
Non voglio attaccare l'impegno e la volontà dei miei delegati, di coloro che sono miei colleghi, che in questi anni si sono spesi e hanno anche pagato con fatica in più e con la propria faccia il proprio servizio per tutti; in loro ripongo la mia fiducia e la mia stima.  Questo non è un giudizio alle persone, ma una richiesta di maggiore concretezza e attenzione nelle scelte del breve futuro davanti a noi.

Il nuovo appalto deciderà le nostre vite per otto anni: avremo ancora uno stipendio di 5 euro e mezzo netti all'ora (per i più fortunati) o forse potremo toccare la ricchissima e pantagruelica soglia dei 6 euro e qualcosina? Otto anni di futuro incerto in una situazione nazionale e mondiale da non lasciare nessuno sano di mente tranquillo. 
Il 29 gennaio le mostre finiranno (a meno che non vi siano ulteriori proroghe). Dopo il nulla. Dopo qualcuno sarà felice di averci tenuti buoni fino a quella data, in una situazione in cui si sta tagliando in continuazione il personale.

Voi che leggete queste mie personali righe - che raccontano un disagio condiviso con tutti i miei colleghi in Reggia - avrete perso, credo, 5-10 minuti della vostra vita. 
Io, se gli uomini e il cielo vogliono, desidero fortemente non perdere otto anni del mio futuro, perché credo ancora che si possa costruirlo migliore. 


Grazie.

Alberto B.

7 commenti:

  1. Risposte
    1. Una voce che coglie il sentire di molti/e!

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  2. tutto quello che dici penso sia condiviso dalla maggior parte dei lavoratori, solo che anche volendo concretizzare, come dici tu, cosa si deve fare? per gli scioperi (da quello che ho capito) vanno comunicati 10 giorni prima, non si possono fare durante i giorni festivi, deve essere garantito il 50% del personale... ma così che razza di scipero è?! a mio parere giocando alle loro regole non se ne esce, cosa potremmo fare che non sia illecito ma serva veramente?

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    1. Lewis non mi sembra che ci siano festività prima del 29 gennaio e la questione dei 10 giorni prima rientra nello chiedere al sindacato di muoversi per tempo, già da subito, per non privarci di uno strumento prezioso.
      Inoltre vi sono molti modi di protesta efficaci, che possono creare disagio, senza andare nella illegalità... "le loro regole" sono - che ci piaccia o no - quelle dello Stato italiano, non le chiamerei così.

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  3. Come già dice bene Alby, vogliamo la possibilità di dar voce a questo disagio, siamo parte di questa grande macchina economica che è la reggia, indispensabili per farla funzionare e nello stesso tempo invisibili, privati di diritti e dignità, siamo un monte ore. Il nostro futuro è sempre più incerto, gli accordi raggiunti dal sindacato con il consorzio non vengono rispettati, la normativa dovrebbe cancellare irregolarità e ingiustizie ma viene continuamente scavalcata e non sanzionata. Dobbiamo continuare in modo autolesionista a far finta di non vedere questa nave fantasma carica di speranza e promesse che si è lasciata incagliare?
    Una voce.

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  4. In risposta di Alberto
    Ho lavorato anni fa per “loro” ho dovuto sopportare un ambiente di lavoro (compresi colleghi) un lavoro non costante e pure mal pagato ho dovuto pure fare propaganda politica mai più! Dovreste andarvene via tutti e lasciarli nella m…! Questo è un puro ricatto…e sinceramente mi fa tristezza vedere “laureati in storia” come te Alberto che sta in piedi senza dire una parola e che magari vorrebbe spiegare qualcosa.... ma la dignità di una persona dov’è?
    Ripeto NON LAVORATE PIU? PER LORO!

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  5. Ragazzi miei, che desolazione...possibile che non esista più un solo luogo di lavoro dove venga rispettata la dignità della persona e dato il giusto valore al lavoro? Possibile che questa tendenza non si riesca più ad invertire? Possibile che le lotte siano ormai solo testimonianza? Possibile che nessuno, tra chi governa, si assuma il compito di garantire un vita dignitosa al maggior numero possibile di persone, invece di lasciarle semplicemente immolare sull'altare del dio mercato?

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