Tornare a casa
da un viaggio è sempre un po’ triste. Non perché sia triste la città in cui
vivo, tutt’altro, ma rientrare nella quotidianità non è mai facile. Da una
città come Vienna si torna con malinconia, stato d’animo che ho sperimentato
altre volte, ma che solo le città di carattere forte sanno lasciare.
È stato inevitabile il paragone con Torino,
forse prima ancora di arrivare a destinazione. Sapevo di accingermi a visitare
una metropoli simile alla mia, sia per l’arte e l’architettura, sia in parte
per la storia e il carattere dei suoi cittadini. Al rientro, ieri mattina, mi
son detto che Vienna è ciò che Torino potrebbe ambire ad essere, anche adesso
che sta conoscendo un turismo di massa (è dell’8 gennaio la notizia che è stata
la città più visitata in Italia dopo Roma, davanti a Venezia e Firenze). Vienna
è un esperienza totale, ti avvolge in ogni cosa che fai, ha un suo modo
specifico di accoglierti a tavola, in metro o nei negozi, come se un valzer
festoso permeasse ogni cosa, anche quando di Strauss nell’aria non se ne ode
nota. I servizi sono puntuali, nella migliore tradizione teutonica, semmai i
musei mostrano alcune lacune: il percorso di visita non è sempre ben indicato,
all’Albertina in particolare ho visitato intere sezioni al contrario; inoltre
sono cari, alla residenza dell’Hofburg non c’è un biglietto cumulativo per
l’intero complesso, ma ogni parte ha un suo costo e può essere abbinata con
altri monumenti (ad esempio appartamenti imperiali e castello di Schonbrunn al
modico prezzo di 24 euro!). Tuttavia ogni edificio, dal più antico all’ultimo
costruito, è un vero scrigno, organizzato per accontentare ogni capriccio. La
pinacoteca del Belvedere, che espone una ricca collezione di arte dal Medioevo
all’Espressionismo, è uno dei musei più belli che abbia mai visitato, un
percorso di conoscenza che abbraccia l’intera storia dell’arte austriaca e non
solo, ma in cui il visitatore si può perdere, dato che la collezione inizia e
finisce al pianterreno senza che venga ben indicato secondo quale ordine
visitarla. Niente da eccepire, invece, sullo Schonbrunn, se non che le
audioguide forniscono poche e frammentarie informazioni anche se, va precisato,
sono comprese nel prezzo.
Tutte le attrazioni della città sono
concentrate in quartieri ben precisi ottimamente collegati dalla metropolitana
che, con le sue cinque linee, è una delle reti più efficienti d’Europa. Inoltre
Vienna vanta il primato di accessibilità dei musei per i più giovani,
proponendo ai bambini una ricca offerta di iniziative molto seguita ed
apprezzata. La nota davvero dolente è la Vienna Card, che perde ampiamente il
confronto con il nostro abbonamento. Costa 18 euro e si ha il diritto di
viaggiare per 72 ore gratuitamente sui trasporti, ma nei musei consente sconti
davvero effimeri, di 1 o 2 euro al massimo, con la sola eccezione del
Belvedere.
Vienna rimane, tuttavia, una città talmente
piena di cose interessanti da vedere e fare, immersa nella cultura e nel bello,
che le si perdona anche qualche piccola “disattenzione”, perché ti conquista in
un minuto e dopo l’ami per sempre. Pur con scorci davvero romantici e
monumentali, non rincorre per forza la grandeur parigina, anche se non manca di
attrazioni di grande effetto. Tuttavia è la città nel suo complesso a colpire
il visitatore, a mostrarsi come un grande museo di arte, cultura e gusto che ha
pochi eguali al mondo, in cui tutto sembra al suo posto e fatto per stupire. È
il modello a cui Torino con le sue dimore, la Reggia di Venaria in primis,
dovrebbe ispirarsi per riqualificare il suo passato e plasmare il suo futuro di
città che ambisce a diventare una capitale del turismo internazionale.
Alessandro DG
bel post, viene proprio voglia di partire subito! direi un post da navigato blogger-turista!
RispondiEliminaEvviva Vienna, ed evviva la Piemonte Card!
RispondiEliminatorino 2° città turistica d'italia?! degli oltre 80 mila visitatori della reggia nelle due settimane festive chissà quanti sarebbero venuti lo stesso sapendo che uno che lavora lì non percepisce uno stipendio per vivere, e forse neanche per sopravvivere... come il circo orfei, è bellissimo e famoso in tutto il mondo ma tanti non ci vanno perchè sanno dei maltrattamenti agli animali. Torino è grande, torino è bella, ma i datori sono brutti brutti brutti.
RispondiEliminaHai ragione lewis, spero che i datori di lavoro dimostrino in futuro, magari molto presto, di essere degni di Torino e di coloro che, pur scarsamente retribuiti, contribuiscono al suo successo. ;)
RispondiEliminaSì Vienna è stupenda, e ha un fascino tutto suo...cmq le dimore degli Asburgo surclassano ampiamente quelle sabaude!! Ma hai chiesto agli addetti museali qnt guadagnao??!!!
RispondiEliminaIn effetti no. Adesso ho la scusa per tornare. Parto e vado a chiederglielo :)
RispondiEliminaI enjoyed readiing your post
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